RENATO LAFFRANCHI – mostra diffusa
Luoghi: Palazzo del BUE, Fondazione Sanguanini, Chiesa di Santa Maria Annunciata
Curatori: Alberto Zecchini e Francesco Bresciani
Periodo: Dicembre 2016 – Aprile 2017
Enti organizzatori: Comune di Rivarolo Mantovano, Fondazione Sanguanini Rivarolo Onlus, Parrocchia di Santa Maria Annunciata
PREMESSA
Il desiderio espresso da Don Renato Laffranchi di donare alla Comunità rivarolese il suo cospicuo patrimonio di opere d’arte, volontà ribadita in occasione dell’ottantesimo compleanno di Don Luigi Carrai, costituisce la premessa per l’allestimento della mostra personale delle sue produzioni, che occuperà gli spazi di palazzo del BUE e la Sala dello Stemma, in Palazzo Pretorio, fino alla prossima primavera.
L’iniziativa vedrà impegnarsi accanto al Comune di Rivarolo Mantovano, la Fondazione Sanguanini Rivarolo Onlus, la Parrocchia di Santa Maria Annunciata e le Associazioni locali.
L’AUTORE
Don Renato Laffranchi è nato il 28 dicembre 1923 a Rivarolo Mantovano, in via Marconi 44, corrispondente all’attuale Palazzo del BUE, il luogo che lui stesso ama ricordare come “la casa dei nonni”.
Compiuti gli studi classici nel Seminario diocesano di Brescia, fu ordinato prete nel 1946. Dopo aver praticato due anni di Ministero in Città e sette a Pisogne, dal 1955 è coadiutore della parrocchia dei Santi Nazaro e Celso in Brescia.
Don Renato si avvicina alla pittura nel ’50 e, da autodidatta, continua la sua esperienza artistica per l’intero corso della sua esistenza. Ancora nel 2016, realizza un trittico di grandi dimensioni, che verrà esposto a Palazzo del BUE in occasione della personale.
Ha praticato e pratica la pittura su tavola, il mosaico, l’affresco e la vetrata, realizzando opere destinate ad istituzioni pubbliche e a luoghi sacri. Lontano dal conformismo iconografico dell’arte sacra, la sua opera ha da sempre suscitato contrapposte reazioni, per lo stile e l’impostazione molto personali.
Il suo interesse per l’arte drammatica lo ha portato ad esplorare anche settori inusuali per un prete. Don Renato ha infatti allestito negli anni le scenografie di varie opere teatrali, da “Medea” di Cherubini (Mantova, Teatro sociale, 1971) a “Didone ed Enea” di Purcell (Dallas, Dallas Civic Opera, 1972), passando per “Un ballo in maschera” ed “Ernani” di Verdi, curate per il Circuito regionale Lombardo con repliche a Brescia, Cremona, Bergamo (1974) e Brescia, Bergamo, Como (1975).
Qualche prova estemporanea come disegnatore di tessuti lo ha portato a sfiorare il mondo alieno dell’alta moda, “aggravando l’immagine di un prete un po’ strano”, come lui stesso si definisce.
GLI SPAZI ESPOSITIVI
Le opere saranno esposte a Palazzo del BUE e nella Sala dello Stemma in Palazzo pretorio, ma il percorso espositivo, che verrà organizzato in sintonia con la Parrocchia, la Fondazione Sanguanini e le Associazioni locali, prevede anche la visitabilità delle opere dell’artista già presenti nella Chiesa di Santa Maria Annunciata.
Si tratta di opere di medie e grandi dimensioni che spaziano dai dipinti su tavola ai mosaici alle vetrate artistiche. Come tali abbisognano di idonei supporti costituiti da pannelli di MDF e/o cavalletti lignei, per le tavole, e da telai metallici, per i mosaici e le vetrate, visualizzati nei disegni allegati e quantificati economicamente nel “preventivo di massima” allegati alla presente.
Palazzo del BUE
Il percorso espositivo si articola attraverso 4 Sale tematiche (Imago Mundi, Crocifissioni, Disegni, Mosaici), precedute da un Vestibolo (Note biografiche) ed una Sala conclusiva (Cataloghi e Serigrafie), per complessivi 300 metri quadrati, circa.
Il Vestibolo
La Mostra esordisce esponendo una vetrata artistica ed alcune foto-ricordo della casa dei nonni (Palazzo del BUE), unitamente a documenti storici e rogiti antichi relativi al Palazzo.
Imago Mundi
La Sala espone opere che riflettono la personale visione artistica della realtà, visibile ed invisibile, riproposta da Don Renato in “immagini del grande spettacolo del mondo, guardato con gli occhi attenti di un bambino … figurazioni simboliche che emergono da un incognito deposito interiore del cuore”. Suggestive le titolazioni assegnate: giardini di luna, il viaggio, il giardino incantato, il labirinto …
Crocifissioni
Nella sala sono esposti i volti di Cristo: Cristo giovane, il Santo Sangue, Cristo piccolo … Don Renato: “A volte è come se dipingendolo mi accanissi piangendo a ferirlo, scandalizzando cristiani che mi accusano di irriverenza, non sopportando (come Pietro prima che ne fosse illuminato) lo scandalo di un Dio massacrato come un vitello, che spaventa anche me … Cerco di dipingerLo, con più venerazione che arte; e cerco di raccontarLo come posso; come me Lo raccontano quelli che sono stati con Lui dal principio, dei quali mi fido, con la fiducia di un bambino … E raccontandoLo racconto il mio Dio, racconto Adamo restaurato nella Somiglianza, e racconto me stesso come vorrei essere, non come sono”.
Disegni
Nella Sala sono esposti disegni su carta dei primi anni ’50: l’Angelo, il Signore della gloria, Cristo grigio, Dioniso, la Colomba, l’Arciere ….
Mosaici
Vi sono esposti alcuni mosaici: il Santo Sangue, il Re della Gloria, la Croce, Jesus …
Sala conclusiva
Qui trovano posto serigrafie e cataloghi di mostre che documentano l’attività artistica di un’intera esistenza.
Palazzo pretorio – Sala dello Stemma
Nei settanta metri quadrati della Sala, posta al primo piano del palazzo Pretorio, con accesso dalla Fondazione Sanguanini, trovano posto tredici dipinti a tempera ed acrilico su tavola. Sono le rappresentazioni de “i 7 vizi capitali” della tradizione cristiana tempera e de “I Diavoli”.
Parlando dei Vizi Don Renato scrive: “Sono i sette Vizi Capitali della tradizione cristiana, le infezioni che deformano il volto dell’uomo, cancellando l’originale Rassomiglianza e inscrivendo l’Alterazione, i re che fanno guerra all’Agnello, i vassalli della Bestia, i costruttori di Babilonia, i mandatari della Morte.
Sono incoronati come re, intronizzati come idoli, aureolati di gloria come icone sacrileghe, poiché, davvero, signoreggiano sul mondo, davvero sono adorati, temuti e serviti dagli uomini.
Ma sono anche pietosi e risilbili come pagliacci da circo, larve cariate e inani fantasmi, per ricordare la divina sprezzatura con la quale li irridono i santi, opponendosi agli adescamenti ed alle intimazioni del Male”.
A proposito dei Diavoli, Don Renato così si esprime: “Disegnandone le sembianze, non le propongo come una iconografia del diabolico, a figurare il quale occorrerebbe ben altro linguaggio, ma come immagini nate dalla relazione del Nostro … A noi, troppo orgogliosi per guardarci le spalle, troppo sciocchi per tenere conto del Male, non rimane che prendere atto, controvoglia, dei rischi di una civiltà che violenta la natura, inquina l’aria, avvelena le acque, ed uccide, sotto i nostri occhi distratti, la vita”.
Il desiderio espresso da Don Renato Laffranchi di donare alla Comunità rivarolese il suo cospicuo patrimonio di opere d’arte, costituisce la premessa per l’allestimento della mostra personale delle sue produzioni.
Le opere saranno esposte a Palazzo del BUE e a Palazzo Pretorio, Sala dello Stemma, ma il percorso espositivo prevede anche la visitabilità delle opere dell’artista già presenti nella Chiesa di Santa Maria Annunciata.
L’iniziativa vedrà impegnarsi accanto al Comune di Rivarolo Mantovano, la Fondazione Sanguanini Rivarolo Onlus, la Parrocchia di Santa Maria Annunciata e le Associazioni locali.
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INAUGURAZIONE
Sabato 17 dicembre ore 18:00
Rivarolo Mantovano, Palazzo del BUE
APERTURE
Lunedì e sabato ore 10:00 / 12:00
Domenica e festivi ore 10:00 / 12:00, 16:00 / 19:00