FINISSAGE DELLA MOSTRA ANTOLOGICA DI OTTORINO COCCHI
Domenica 27 giugno alle ore 17:00 si chiuderà la personale d’arte. Per l’occasione sarà presente l’artista Ottorino Cocchi
Il bello dell’attività artistica è ch’essa pure è un’attività speculativa e che non si limita a rappresentare ma implicitamente anche a consigliare.
Che sia con l’intelletto o con i “Neuroni specchio” è sempre stato così.
La pittura (è di questo che stiamo parlando) ha le sue prerogative;
George Steiner scriveva: Nessun critico può descrivere con la parola il tocco di colore sull’occhio di un autoritratto di Van Gogh.
Io ho cominciato a voler fare il pittore a diciotto anni, ora ne ho settantasette. In tutto questo tempo ho sempre cercato la storia dell’Arte, qualcosa avrò trovato. Non sono un ingenuo.Sono nato nell’ambito dell’ex civiltà contadina. Sono andato in bicicletta a fare i primi motorini della industrializzazione di massa. Non ho il computer e non uso il cellulare perché non li voglio. Abito dal 1986 in una ex casa colonica che per quanto isolata non sta sul limitare di un bosco ma ho il “rimboschimento” che mi vuole entrare dalle finestre. Mi piace pretendere che sia un ottimo punto di osservazione. Mi trovo piuttosto insofferente per quei “paradigmi” (?) che circolano oggi. Se non abbiamo ideologie abbiamo però un modo di intendere e di sentire costruiti in un passato prossimo di ideologie.
Non fatemi parlare di religione. Le scienze dall’Astrofisica alla Biologia e altre la raccontano in un modo che poco si lega con tutte le Mitologie finora conosciute.
Tra i filosofi che leggo non si parla più di “alienazione per la riduzione dell’uomo in merce” ma perché … “sono diventati tutti funzionari di apparato”.
Che sono ben deprimenti con gli scandali provocati dalle loro derive.
Da questo mi rincuoro sempre più coi vecchi (antiqui)
ma ben sapendo di essere qui adesso.
Note dal diario personale di Ottorino Cocchi, 26 settembre 2020
LA MOSTRA DI OTTORINO COCCHI È APERTA FINO A DOMENICA 27 GIUGNO