ARTE in VIAGGIO
Il catalogo della mostra è reperibile gratuitamente presso Palazzo del BUE
Il progetto
“Arte in Viaggio” è la denominazione scelta per il progetto culturale itinerante che, nell’autunno 2018, realizza l’obiettivo di esporre pubblicamente la Collezione Bottini, significativa quadreria acquisita dal Comune di Rivarolo Mantovano sul finire del Novecento. Le sessantotto opere costituenti il corpus della Collezione verranno esposte nelle due mostre denominate “Paesaggi Lombardi” e “Umano & Divino”, organizzate negli spazi di Palazzo del BUE e dei musei Diotti e MuVi, oltre ad essere documentate con la pubblicazione del Catalogo a cura di Valter Rosa.
L’inaugurazione è fissata per sabato 13 ottobre, ore 16:00 nell’Auditorium della Cassa Rurale ed Artigiana di Rivarolo Mantovano, via Mazzini 33, dove l’iniziativa verrà presentata. Seguirà la visita guidata della mostra allestita a Palazzo del BUE.
Il progetto prevede le seguenti mostre con i relativi orari di apertura:
MOSTRE e SEDI
- Paesaggi Lombardi: a Palazzo del BUE (Rivarolo Mantovano, Via Marconi, 44) dal 13 ottobre all’11 novembre 2018 e al Muvi (Viadana, Via Manzoni, 4) dal 17 novembre 2018 al 6 gennaio 2019;
- Umano & Divino: a Palazzo del BUE (Rivarolo Mantovano, Via Marconi, 44) dall’8 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019 e al Museo Diotti (Casalmaggiore, Via Formis, 17) dal 14 ottobre al 2 dicembre 2018
APERTURE
Palazzo del BUE, sabato e domenica, 9.00 – 12.00 e 16.00 – 19.00
(Visite fuori orario su prenotazione: tel. 3499301985)
MuVi: venerdì, sabato e domenica 16.00 – 19.00
(Visite fuori orario su prenotazione: tel. 3474514370)
Museo Diotti: da martedì a venerdì, 8.00 – 13.00; sabato e domenica 15.30 – 18.30
Il progetto itinerante, proposto dagli Assessorati alla Cultura ed alla Progettualità del Comune, in collaborazione con le Direzioni dei due Musei, ha coinvolto anche le Amministrazioni comunali di Casalmaggiore e Viadana, così come le Province di Cremona e Mantova che hanno concesso il patrocinio cogliendo appieno lo spirito dell’iniziativa: arricchire l’offerta culturale rivolta alla popolazione di un Territorio vasto, l’Oglio-Po, attraverso iniziative di condivisione del patrimonio artistico locale custodito da Enti e Fondazioni.
La Soprintendenza alle Belle Arti per le province di Cremona, Lodi e Mantova ha concesso le autorizzazioni necessarie, per essere la quadreria sottoposta a vincolo di tutela ai sensi del Codice dei Beni culturali. Curatori delle mostre figurano Mariella Gorla, per Palazzo del BUE, Paolo Conti, per il MuVi, e Valter Rosa, per il Museo Diotti.
La Collezione Bottini, “Bene comune” rivarolese
Dal 1998 la Comunità rivarolese è titolare di un “Bene comune”, culturalmente ed economicamente significativo, consistente nelle sessantotto opere d’arte raccolte tra gli anni ’30 e ’50 del Novecento dal dott. Angelo Bottini, stimato economista di origini rivarolesi oltre che artista dilettante, vissuto a Brescia e deceduto nel 1963. Nell’atto testamentario il Collezionista affidava la sua raccolta di dipinti alla compagna Adele Ponti ed individuava il Comune di Rivarolo Mantovano come beneficiario finale della quadreria, che entrava nelle reali disponibilità dell’Ente solo nel 1998, alla morte della di Lui consorte.
Il valore artistico della Collezione, affidata all’attività di ricerca e restauro dello studio Sanguanini, fu subito evidente per la presenza di firme autorevoli ed attribuzioni significative, ma è solo in occasione della preparazione delle Mostre che il suo valore economico è stato appurato: nell’estate 2018, il dott. Filippo Piazza della competente Soprintendenza ai Beni artistici e culturali, che ha visionato la Collezione ed istruito i procedimenti finalizzati alle autorizzazioni, ha provveduto gentilmente a redarre la stima di ogni singola opera d’arte. Solo oggi, pertanto, conosciamo il valore economico attribuito alla Collezione, che ammonterebbe a 398.550,00 euro.
Anche per dar corso alle volontà testamentarie espresse da Angelo Bottini, che donava la Collezione al Comune perchè venisse esposta nel Palazzo Pretorio (“Lego i quadri che ornano la mia casa al Comune di Rivarolo Mantovano perché li espongano nella casa comunale“), il Sindaco Massimiliano Galli, nel prendere in considerazione il restauro con riuso funzionale del piano nobile di Palazzo Pretorio e della Torre civica, chiedeva ai progettisti di prevedere idonei spazi museali dove esporla. Con questo intento, la Giunta Municipale ha approvato i progetti per la messa in sicurezza ai fini antisismici (novembre 2015) ed il restauro architettonico (giugno 2017) contenenti l’ipotesi di utilizzo degli ambienti situati ai piani alti del Palazzo e della Torre: uno spazio museale permanente che ospiti la “Collezione Bottini”, nel piano nobile del Municipio, e uno documentario della storia locale, nella Torre civica. Il percorso progettuale è stato condiviso con la Soprintendenza ai Monumenti di Brescia, competente per territorio, che ha ispezionato i luoghi nell’estate 2015 ed approvato successivamente i progetti.
Il restauro del Monumento, partito nel novembre 2017 col cantiere della Torre civica, costituirà pertanto l’opportunità di restituirlo integralmente all’utilizzo Collettivo, immaginando, per i piani alti, una naturale estensione degli spazi culturali in uso alla Fondazione Sanguanini.
Paesaggi Lombardi
Un primo gruppo di trentanove opere d’arte è stato selezionato per essere esposto nella Mostra titolata “PAESAGGI LOMBARDI della Collezione Bottini: dall’Accademia al Chiarismo”, organizzata a Palazzo del BUE tra l’ottobre ed il novembre 2018, prima di migrare al MuVi.
I quadri, diacronicamente e stilisticamente eterogenei, documentano l’evoluzione della rappresentazione del paesaggio nell’arco temporale degli ultimi tre secoli. Si passa così dal “capriccio” al “vedutismo” settecenteschi, per arrivare al “realismo” e soprattutto al “post-impressionismo” dei primi decenni del XX secolo, ben rappresentato quest’ultimo da opere appartenenti a varie correnti stilistiche: dalla Scapigliatura al Naturalismo al Chiarismo. Tra queste figurano i quadri di un gruppo di pittori attivi a Brescia tra gli anni ’30 e ’50 del Novecento, storicamente riconducibili alla frangia di artisti “non allineati” con la cultura di regime, dominante negli anni precedenti il secondo conflitto mondiale: Filippo De Pisis, Martino Dolci, Alfredo Cassone, Angelo Fiessi, Adolfo Mutti, Francesco Carlo Salodini, Antoni Stagnoli, Arturo Tosi, Arturo Verni, Carlo Vittori, soliti ritrovarsi al “Cantinone”, l’osteria di Tita Dondelli in via Cavallotti. Questi pittori, a lungo considerati degli “outsider”, hanno nel tempo acquisto dignità e fama per aver contribuito a realizzare una singolare e propria rappresentazione dei contesti ambientali nei quali si sono trovati a vivere ed operare: i paesaggi agresti della Bassa bresciana; gli ambienti ritratti sono prealpini, lacustri e padani, inequivocabilmente lombardi.
Umano & Divino
Nel dicembre 2018, la titolazione assegnata alla programmata Mostra “Umano & Divino: temi sacri e profani dalla Collezione Bottini” offre la possibilità di esporre a Palazzo del BUE i rimanenti ventinove “pezzi” della Collezione, con un’anticipazione di undici opere esibite al Museo Diotti tra l’ottobre e il novembre dello stesso anno.
Trattasi di un gruppo eterogeneo di opere d’arte, iconograficamente, diacronicamente e stilisticamente “distanti”, nelle quali si è individuato un sottile filo conduttore: la rappresentazione dell’essere umano e della sua condizione esistenziale, perennemente dibattuta tra realtà ed aspirazione mistica.
Così, accanto a rappresentazioni di soggetti umani ritratti nel loro “quotidiano” da artisti moderni come Evaristo Cappelli, Felice Carena, Augusto Murer, Noél Quintavalle, Antonio Stagnoli, Lorenzo Viani, vi figurano scene bibliche, nativività, crocifissioni, deposizioni interpretate iconicamente da pittori classicheggianti del calibro di Giovan Battista Barbiani, Guido Cagnacci, Domenico Fiasella, Francesco Guarino.
In mostra, le ventinove opere d’arte antiche e moderne sono state esposte a confronto, proprio come dovevano apparire forse nell’abitazione del Collezionista che le ha scelte tra le molte possibili, sconfessando l’antico adagio che consiglia di “non mischiare il Sacro col Profano”. Nello specifico e per quanto riguarda il Museo Diotti, le undici opere selezionate per essere esibite, sono, come ha sottolineato Valter Rosa, le “più antiche della Collezione Bottini, dipinti di piccolo e medio formato legati essenzialmente alla devozione privata, parte dei quali erano custoditi nella camera da letto della dimora bresciana di Angelo Bottini”.
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